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Esordio in narrativa per Stefano De Bernardis, il quale sceglie la via del racconto per narrare la sua personale visione dell'umanità, dolente e vivissima, alle prese con un mondo sempre a metà tra tragedia e parodia. Non ci sono eroi, in queste pagine, ma, allo stesso tempo, tutti sono eroi, perché il solo sopravvivere è segno di grandezza. Dalle situazioni più intime e ironiche, si passa al vero nucleo centrale del libro, ovvero una visione trasversale di Palermo, luogo di nascita dell'autore, in bilico tra droga e mafia, impegno civile e menefreghismo. Una testimonianza toccante e terribile, quella di De Bernardis, autobiografica e spietata, senza fronzoli e retorica, dritta al cuore dell'esistenza. Sensazione che ritorna nella lettura dei racconti più 'universali', pieni di umanità sconfitta solo in apparenza, in realtà ben viva, pronta a combattere per cause che ne valgano la pena. Un libro 'militante', a suo modo, crudo e crudele, a cui un languore sotterraneo regala un gusto unico.